Pubblicato dal Ministero della Salute con la circolare del 26 aprile 2021 l’aggiornamento del documento Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2.

Si tratta della revisione del documento del 30 novembre 2020 e riguarda la gestione dei pazienti da parte del Medico di Medicina Generale e del Pediatra di Libera Scelta.

Vengono analizzati gli scenari, le tre fasi di decorso clinico, i cinque stadi della patologia ovvero Infezione asintomatica o presintomatica, Malattia lieve, Malattia moderata, Malattia severa, Malattia critica.

Gli strumenti di monitoraggio, al 92% il livello minimo di sicurezza per la saturazione dell’ossigeno (SpO2) in aria ambiente, i pazienti pediatrici, la telemedicina, le raccomandazione Aifa su ogni farmaco utilizzabile e gli anticorpi monoclonali.

La terapia con anticorpi monoclonali anti SARS-CoV-2 deve essere riservata, in base alle evidenze di letteratura, a pazienti con COVID di recente insorgenza (al meglio entro 72 ore dalla diagnosi d’infezione da SARS-CoV-2 e comunque sintomatici da non oltre 10 giorni) con infezione
confermata da SARS-CoV-2 e definiti ad alto rischio di sviluppare forme gravi in accordo alle determine autorizzative per la presenza delle condizioni elencate nell’apposita scheda riportata a pagina 22 del presente documento”.

La sintesi delle indicazioni, nella nota del Ministero della Salute:

  • non modificare, a meno di stringente ragione clinica, le terapie croniche in atto per altre patologie (es. terapie antiipertensive, ipolipemizzanti, ipoglicemizzanti, anticoagulanti o antiaggreganti, terapie psicotrope),
  • utilizzare un trattamento di tipo sintomatico con paracetamolo o FANS in caso di febbre o dolori articolari o muscolari, a meno che non esista chiara controindicazione all’uso, o altri farmaci sintomatici su giudizio clinico,
  • non utilizzare routinariamente corticosteroidi; inoltre, un utilizzo precoce di questi farmaci si è rivelato inutile se non dannoso, in quanto in grado di inficiare lo sviluppo di un’adeguata risposta immunitaria,
  • utilizzare eparina solo nei soggetti immobilizzati per l’infezione in atto,
  • evitare l’uso empirico di antibiotici; il loro eventuale utilizzo è da riservare esclusivamente ai casi in cui l’infezione batterica sia stata dimostrata da un esame microbiologico e a quelli in cui il quadro clinico ponga il fondato sospetto di una sovrapposizione batterica
  • non utilizzare idrossiclorochina, la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici randomizzati fino ad ora condotti,
  • valutare, nei pazienti a rischio di progressione di malattia, la possibilità di trattamento precoce con anticorpi monoclonali da parte delle strutture abilitate alla prescrizione.

FONTE: QUOTIDIANO SICUREZZA

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